Con il termine perimplantite si indica una patologia di tipo batterico che può colpire i pazienti portatori di protesi fisse su impianti dentali.
Nello specifico, si tratta di un’infezione a carico di un impianto dentale dove, a essere danneggiata, non è la vite in titanio vera e propria, ma i tessuti ossei che la sostengono e la stabilizzano.
In recenti pubblicazioni abbiamo accennato come la bocca possa essere oggetto di attacco dei batteri orali, con la manifestazione della parodontite. Ebbene, in questo approfondimento vedremo come gli impianti dentali possano essere attaccati dai batteri orali. In entrabi i casi, sia che si tratti di infezione perimplantare o parodontale, il rischio è quello di arrivare alla perdita della radice del dente, naturale o artificiale che sia. Preoccupato? Non c’è bisogno! Nell’approfondimento di oggi sono pronto a presentarti tutte le informazioni utili per evitare che tutto questo accada.
Cause di insorgenza e tipologie
Come abbiamo precedentemente accennato, tra le principali cause di insorgenza della perimplantite si ha un’eccessiva presenza di batteri che si possono insediare nella bocca subito dopo l’impianto, oppure dopo un periodo di tempo meno breve a causa di una scarsa igiene orale.
Nel caso in cui la perimplantite si manifesti subito dopo l’inserimento dell’impianto si parla di perimplantite precoce perché avviene prima dell’osteointegrazione, ovvero la saldatura tra l’osso e l’impianto. Nel caso in cui la perimplantite compaia dopo un lasso di tempo più lungo, a causa di una scarsa igiene orale quotidiana e l’assenza di controlli dal proprio dentista, si parla definisce unicamente perimplantite.
Sintomatologia
I sintomi della perimplantite sono visibili sin da subito, e questa è una buona notizia in quanto significa che è possibile intercettare tempestivamente il problema e intervenire in tempi utili. Nella prima fase dell’infezione vengono attaccate le gengive, con il ritiro e il riassorbimento di quelle che aderiscono alla protesi. In una seconda fase è possibile riscontrare la formazione di quelle che sono comunemente chiamate tasche (o sacche) che diffondono l’infezione. In queste tasche si accumula la placca (o il cibo) che diventa quindi difficile da rimuovere con lo spazzolino o con il filo interdentale.
Come trattare la perimplantite?
Il trattamento per la perimplantite è di due principali tipologie: inizialmente, tramite l’azione di un igienista dentale, bisogna cercare di asportare dai tessuti e dalle zone sottogengivali della superficie implantare la maggiore quantità di batteri possibile. La seconda fase è quella del mantenimento, con il paziente che deve eseguire l’igiene orale in modo scrupoloso e attento; se questo non è sufficiente è necessario eseguire delle terapie chirurgiche scollando i tessuti perimplantari e i tessuti molli, levigando la superficie implantare in modo da rendere liscia la superficie dell’impianto dentale ed allontanare tutti i batteri; in seguito, occorrerà chiudere i tessuti gengivali ed eventualmente, in alcuni casi, rigenerare l’osso o parte dell’osso andato perduto.
Se hai ancora dubbi sulla perimplantite e desideri ottenere maggiori informazioni, i team dello studio dentistico di Roma e dello studio dentistico di Frosinone sono a tua disposizione, insieme a me, per fornirti tutte le informazioni utili.