Cosa significa impianto dentale fallito (o fallimento implantare), quali sono le cause e i sintomi.

In questo approfondimento ho deciso di soffermarmi su uno scenario non propriamente roseo ma che è bene conoscere, quello del fallimento implantare. Sto parlando di quei casi, fortunatamente rari, in cui l’impianto dentale non si integra nell’osso del paziente e quindi deve essere rimosso. Nelle prossime righe proverò ad analizzare con te quali sono le cause e i sintomi di un impianto dentale fallito.

Implantologia: cos’è e quando è consigliata

Prima di soffermarmi sul fallimento implantare ritengo doveroso spendere alcune parole sull’implantologia per raccontarti cos’è un impianto dentale e quando si ricorre a questa soluzione.

Partiamo da una premessa. Il mio scopo, così come quello di ogni dentista e professionista di questo settore, è quello di salvare i denti naturali del paziente. Ad oggi esistono diversi protocolli che consentono di recuperare anche situazioni apparentemente irrecuperabili. Cosa significa? Significa che un paziente arriva nel mio Studio dentistico convinto di dover fare un’estrazione ed esce felice perché abbiamo appurato che non dovremo togliere nessun dente.

Purtroppo, però, non tutte le situazioni sono recuperabili. Capita ad esempio che i pazienti che arrivano in studio abbiano già estratto i denti in passato o che presentino danni troppo gravi per poter procedere con i protocolli di recupero dello smalto naturale dei denti. E quando un dente deve essere estratto e sostituito si ricorre all’implantologia.

L’implantologia è una tecnica che consente di inserire una radice artificiale in titanio al posto della radice naturale del dente e di avvitare alla radice artificiale un dente in ceramica o zirconia realizzato in laboratorio. Il risultato? Il tuo dente naturale sarà sostituito da una protesi molto simile all’originale.

Possiamo dire, quindi, che l’implantologia è di fatto la risposta a tutti i pazienti che hanno già perso un dente o che hanno denti che non possono essere salvati applicando i protocolli di recupero.

È necessario però specificare che non tutte le persone possono accedere all’implantologia. Questa soluzione è sconsigliata, ad esempio, per persone che assumono alcune tipologie di farmaci, che soffrono di patologie particolari o che hanno abitudini scorrette. Ad esempio l’implantologia potrebbe non essere indicata per soggetti fumatori. Per questo motivo, prima di procedere con l’implantologia, è necessario che il quadro clinico del paziente venga valutato attentamente da un Odontoiatra esperto.

Come è fatto un impianto dentale

Un impianto dentale consiste in una piccola vite in titanio che funge da radice del dente artificiale. Quando la radice si è integrata con l’osso del paziente, si procede con la costruzione della corona, ossia del dente artificiale. Nello specifico, l’impianto dentale è composto dalla vite in titanio, dall’abutment, ossia la parte che si aggancia alla vite e sostiene la protesi, e dalla corona, ossia la protesi che sostituisce il dente.

Impianto dentale fallito: cause e sintomi

Arriviamo al cuore del nostro approfondimento, ossia al fallimento implantare. Come accennavo all’inizio, ci sono alcuni casi in cui l’impianto non si integra con l’osso del paziente e potrebbe dover essere rimosso. Le cause del fallimento implantare possono essere diverse. Le più comuni sono:

la risposta biologica del paziente
• 
infezione. In caso di infezione si parla di perimplantite, ossia una infezione che colpisce i tessuti ossei che sostengono l’impianto
• il movimento dell’impianto all’interno dell’osso nelle prime settimane
. Nel caso in cui il nostro organismo non accetti l’impianto come elemento familiare, le cellule che cercano di attaccarsi alla superficie per farlo integrare non avranno modo di creare il processo di guarigione. Per evitare che l’impianto si muova all’interno dell’osso, il paziente deve evitare di masticare cibi troppo duri nella zona della bocca nella quale è stato inserito l’impianto.

I sintomi di un impianto dentale fallito sono:

  • dolore nella zona dove è stato applicato l’impianto
  •  arrossamento e gonfiore delle gengive
  • sanguinamento gengivale
  • mobilità dell’impianto.

In presenza di uno o più di questi sintomi il consiglio è quello di rivolgersi immediatamente al proprio dentista di fiducia, il quale procederà con un’analisi approfondita della situazione per provare a curare la patologia. Se intercettata per tempo, una problematica ad un impianto dentale può essere trattata e risolta. Quando invece un impianto necessita di essere rimosso è bene che l’odontoiatria adotti procedure mirate per far sì che poi sia successivamente possibile sostituirlo con uno nuovo, permettendo al paziente di tornare ad avere il dente perso

Per ulteriori informazioni visita il sito e contattaci.